Vullo: ''Juniores Nazionale, gruppo con buona predisposizione al lavoro. Penso solo al lavoro sul campo, senza distrazioni parallele.''
Da quest'anno ha fatto il suo esordio sulla panchina della Juniores Nazionale rossonera Mister Matteo Vullo, che ha ereditato il lavoro svolto con la stessa categoria da parte di Mister Nicola Binchi, approdato in estate a guidare la squadra dell'Agazzanese in Eccellenza.
Dopo qualche giornata di campionato, abbiamo tracciato un primo bilancio dell'esperienza di Mister Vullo in rossonero.
- Chi sei tu? Tanti ti conosceranno, altri molto meno. Riesci a farci una piccola panoramica della tua personale storia nel mondo del calcio a livello di istruttore/allenatore?
Ciao mi chiamo Matteo Vullo ho 38 anni e questa è la mia nona stagione consecutiva da allenatore.
Ho cominciato in Abruzzo (regione d'origine di mia moglie, dove vivevamo) nella juniores nazionale dell'Olimpia Celano, successivamente ho disputato 3 stagioni in eccellenza nel Civitella Roveto, nel Viggiano e nel Boville Ernica. Ci siamo stabiliti in provincia di Parma da quasi 5 anni dove ho ricominciato il mio percorso da allenatore quasi da capo guidando inizialmente la juniores del Brescello poi in seguito da 3 anni di promozione con Borgo San Donnino, Fabbrico e Arcetana.
E adesso sono qui pronto a dare il massimo per i gloriosi colori Rosso-Neri.
- La tua squadra: come hai trovato la tua squadra in questi primi mesi di lavoro e su cosa lavorerai parecchio durante questa stagione?
Ho trovato una squadra per lo più giovane proveniente per gran parte da campionati regionali composta da ragazzi di buon valore tecnico e umano. Un gruppo ben affiatato e disponibile con una buona predisposizione al lavoro. Stiamo lavorando su diversi punti, ma sicuramente la tecnica, i movimenti specifici dei singoli reparti e il ritmo di gioco inteso come aumento dell'intensità sono le cose sulle quali stiamo focalizzando maggiormente le nostre attenzioni.
- Quali sono i tuoi obiettivi stagionali?
Aldilà dei risultati sicuramente importanti e gratificanti per società, giocatori e staff, l'obiettivo primario è quello di continuare il lavoro dei miei predecessori e cercare di migliorare ulteriormente e più possibile tecnicamente e tatticamente ogni singolo ragazzo, cercare di alzare la loro asticella personale e migliorare la propria autostima.
Così facendo cercheremo di preparare ognuno di loro al meglio per un futuro tra gli adulti in questo sport cercando di fornire alla fine della stagione più profili possibili valido in ottica prima squadra.
- Il calcio e’ in continua evoluzione, con la formazione che e’ essenziale per ogni istruttore/allenatore: in cosa ti vedi cambiato rispetto alle prime stagioni in cui lavoravi?
Sono cambiato in tutto o quasi, non tanto come metodologia di lavoro o modo di vivere la settimana e la partita, quanto nella gestione dei rapporti. Ho cominciato molto giovane con l'acceleratore schiacciato e portavo con me una dose di "arroganza" non sempre sana, che spesso veniva intesa come presunzione.
Adesso sono più misurato, riflessivo, gestisco meglio i rapporti umani, non tanto con i calciatori con i quali salvo in rarissime occasioni ho avuto da ridire, quanto con l'ambiente societario ed esterno.
Continuo a studiare ed aggiornarmi, seguo dal vivo tante sedute di allenamento indifferentemente di allenatori famosi e non dei quali credo ci sia da imparare. Spesso mi soffermo su chi pensa e opera in maniera opposta alla mia e mi faccio domande in continuazione mettendomi in discussione.
Cerco di pensare di più a quello che è il solo lavoro sul campo senza farmi distrarre da situazioni limitrofe parallele. Sono ancora in fase di miglioramento personale e credo che continuerò a cercare un miglioramento anno dopo anno fino a quando avrò la possibilità di fare questo splendido lavoro.
- Il livello dell’Academy: qual e’ il clima che si respira e come valuti il livello medio della proposta tecnica rossonera?
Aldilà dei vari normali intoppi di routine ai quali sono soggetti la maggior parte dei settori giovanili, denoto un forte spirito partecipativo abbinato alle competenze da parte di tutti gli istruttori e una forte propensione al lavoro in tutte le annate.
Credo che ci sia sempre la possibilità di fare meglio, e anzi deve quasi essere un obbligo quello di migliorarsi anno dopo anno. Sono qui da pochi mesi e credo di non disporre degli elementi adatti per poter fare un bilancio sul lavoro svolto in precedenza, però sicuramente con la programmazione, la continuità, le giuste linee guida, la cooperazione, la chiarezza dei ruoli e la comunicazione corretta si possono ottenere risultati significativi in termini di crescita sia dei singoli piccoli calciatori che degli istruttori.